Il Cost per GRP (chiamato anche CPG) rappresenta il costo che l’inserzionista deve sostenere per ogni singolo GRP creato per un specifico target group in una campagna pubblicitaria. Tale valore viene ottenuto dividendo il costo pubblicitario sostenuto per la campagna per i GRP della campagna stessa. Ciò che né esce rappresenta il coefficiente d’efficienza impiegato per il calcolo del piano mezzi, del veicolo pubblicitario oppure del mezzo che si utilizza per la campagna. Esso, però, non viene impiegato unicamente nel settore del marketing, ma anche in altri ambiti. Il GPR, invece, sta per Gross Rating Point e indica la pressione pubblicitaria che viene esercitata sul target group.
Basti pensare a quello del display advertising, dove serve a valutare le campagne di awareness. In altri casi si preferisce ricorrere agli indicati come CPC (Costo per Contratto) o al CPM (Costo Per Mille). Si tratta comunque d’indicatori impiegati prevalentemente nelle campagne di marketing che si basano maggiormente su un sistema Pay-Per-View. In questi la campagna viene impostata in maniera tale da presentare un maggior numero di esposizioni alla pubblicità. In un certo senso, il Cost per GRP viene ritenuto meno efficace rispetto al CPC o al CPM, ma molto dipende comunque dalle impostazioni della campagna e da altri fattori.
Da non confondere con il CPL (Cost per Lead) e il CPA (Cost per Acquisition): anche in quei casi si tratta di meccanismi completamente differenti, che si basano maggiormente sull’esposizione.
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