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Il dumping è la vendita all’estero delle merci a prezzi inferiori rispetto a quelli che sono in vigore sul mercato interno. L’obiettivo del dumping è quello di raggiungere più velocemente le elevate quote di mercato oppure smaltire gli oggetti rimanenti che l’azienda non riesce a vendere. In generale si parla di dumping quando un’impresa decide di vendere a prezzi notevolmente bassi in un mercato diverso. Tale scelta potrebbe danneggiare i produttori locali, che si ritroverebbero costretti ad abbassare anche loro i prezzi per restare in competizione con l’azienda. D’altro canto, il dumping non apporta alcun danno ai consumatori. Proprio questi spesso beneficiano della scelta fatta relativa al dumping.

La realtà è che spesso il dumping viene considerato come un’aggressiva forma di concorrenza sleale da parte delle imprese estere. Per questo al Paese che subisce il dumping viene permesso di difendersi tramite l’applicazione dei dazi antidumping. Viene quindi aumentato il normale dazio doganale relativo all’importazione dei prodotti.

Esistono diverse tipologie di dumping, che variano a seconda della forma che si propone. Così viene fatta la classificazione tra il dumping sporadico (per smaltire le merci rimaste nel magazzino), quello persistente (quando la vendita a prezzi abbassati è costante), ma anche il dumping predatorio (per fissare dei prezzi così bassi da costringere i concorrenti a uscire dal mercato). Per tutte le tipologie di dumping si possono applicare anche delle misure antidupiming.

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