concorrenza online

La concorrenza per aumentare clienti nei mercati online è sempre più agguerrita, complici la maggiore consapevolezza da parte delle imprese di dover investire budget nel web marketing. E l’offerta evoluta e sempre più ampia delle piattaforme online, attraverso le quali ogni azienda, può sfidare la propria concorrenza a colpi di clic, like e post, al fine di conquistare sempre più quote di mercato.

Com’è la concorrenza online?

I mercati online seguono delle logiche un tantino differenti dei mercati definiti dall’economia. Questi ultimi infatti, sono capaci di darne delle definizioni e delle regolamentazioni ben definite, sia nel tipo di entità che li compongono, sia nella capacità dei singoli di esercitare influenze sui prezzi.

Online non si scontrano nello stesso mercato solo competitors di dimensioni simili, ma in uno stesso settore possono intervenire in concorrenza anche piattaforme stesse e player definibili come colossi.

Penso al caso di Amazon, che pur entrando nel mercato del commercio elettronico proponendosi per vendere libri, è diventato man mano il competitors imbattibile di tutti i commercianti. Passando dall’essere marketplace a motore di ricerca e da motore di ricerca a commerciante.

Penso all’agevolazione che piattaforme come Google, attraverso la sua multicanalità, riesce a mettere sempre più aziende in concorrenza tra loro. Per qualunque motivo lo faccia, sta di fatto aumentando la possibilità alle aziende di competere con i top player delle serp, e aumentando il livello di difficoltà nell’ottenimento dei clic, grazie a un cambio strutturale delle serp e di dettagli utili a una maggior fruizione rapida dei contenuti da parte degli utenti senza accedere ai siti web.

Come si analizzare la concorrenza online?

E’ consuetudine pensare che sia corretto analizzare la concorrenza sul web, attraverso l’analisi delle keyword, analisi della presenza online, analisi del Benchmarking.

Di per se è corretto, ciò che non è giusto è il fine per il quale si utilizzano tali strumenti di analisi.

Si utilizzano infatti le analisi delle parole chiave per capire la convenienza e la difficoltà di un posizionamento nei motori di ricerca. L’analisi della presenza online viene spesso utilizzata per capire la reputazione di un brand, e il Benchmark per capire dove si trova il proprio business rispetto alla concorrenza.

Questi strumenti a mio avviso, dovrebbero essere utilizzati non solo per analizzare tali metriche, ma anche per “conoscere la concorrenza”, con lo scopo di osservarne il posizionamento di marca, e non solo i fatturati, il traffico, la reputazione.

Come si dovrebbe analizzare la concorrenza?

In modo completamente differente! Primo perchè quei modi di osservare i competitors di un mercato, sono spesso utilizzate per singole strategie slegate dal resto di un intero piano di marketing.

Secondo perchè non osservano la concorrenza al fine di trovare attributi rilevanti per il target che siano liberi. Un’analisi interessante da fare è quella legata alla differenziazione nei motori di ricerca, che unisce l’analisi classica seo, a quelle del brand positioning e del percorso decisionale d’acquisto dell’utente.

Fare un’analisi della concorrenza in questo modo, può sicuramente avere come vantaggio quello di riuscire a perseguire degli obiettivi più chiari, ad avere un’analisi utile a collegare ogni elemento di un piano di marketing. E ad avere la possibilità di stabilire costi e strategie operative per conquistare un mercato.

Non si tratta di trovare punti deboli nella concorrenza, e neanche di trovare vantaggi competitivi. l’analisi SED (search engine differentiation), dovrebbe essere fatta da chiunque, per azzerare la concorrenza e agevolare la trasformazione di utenti generici in clienti diretti.