Quando si avvia un’ecommerce, il pensiero dell’imprenditore è spesso volto soltanto al web marketing, a quale strategia possa essere più conveniente per avere da subito visite. Ecco che si pensa all‘ottimizzazione per i motori di ricerca, al social media marketing, al posizionamento di marca, alla user experience e a tutto ciò che riguarda il mondo dell’online marketing.

Ma avviare un’ecommerce ha lo stesso iter burocratico di una comune attività commerciale su strada, e non sapendo questo, qualcuno inizia il proprio commercio elettronico senza considerare altri aspetti come quello del diritto e della fiscalità correndo “enormi rischi” patrimoniali, economici e giuridici.

Prima di evidenziare i rischi, capiamo cos’è la ditta individuale e se è davvero buona per gestire un’ecommerce.

Ditta individuale cos’è

La ditta individuale è quella forma giuridica meno onerosa e più semplice da costituire, in quanto la sua formazione non richiede adempimenti particolari come il conferimento di azioni o quote.


L’unico obbligo previsto consiste infatti nell’apertura di un numero di partita IVA.


Il dominus dell’intero processo imprenditoriale è solamente l’imprenditore su cui gravita integralmente anche il rischio d’impresa.


Per tali motivi il patrimonio dell’imprenditore individuale può essere soggetto al rischio d’impresa e nell’ipotesi in cui manca il soddisfacimento delle proprie obbligazioni, si vedrà costretto a rispondere personalmente verso i terzi con tutti i suoi beni.


L’imprenditore può inoltre essere definito l’unico promotore della sua attività e non è obbligato ad investire una determinata somma di capitale.


Visti i rischi che la ditta individuale comporta, questa viene spesso preferita quando è necessario svolgere alcune mansioni che non necessitano di enormi investimenti di denaro e che comportino quindi rischi limitati.


Nella sua denominazione è obbligatorio inserire il cognome del titolare oppure solamente le iniziali.


La ditta individuale può essere svolta attraverso la forma d’impresa coniugale oppure familiare e in questo caso il titolare si avvale nel suo lavoro anche dell’aiuto dei suoi familiari.


Soltanto in tale specifiche situazioni, i parenti entro il terzo grado, il coniuge e gli affini entro il secondo, possono contribuire ad aiutare il proprietario nell’esercizio della sua attività.

Ora, se nonostante tu adesso sia consapevole di tutti i rischi che comporta avviare un’ecommerce con la ditta individuale vuoi farlo, per te ho scritto come aprire una ditta individuale.

Se invece hai avviato il tuo ecommerce con la ditta individuale e adesso credi che sia stato un’errore, salta il paragrafo e leggi subito quello che ti indica come chiudere una ditta individuale.

Come aprire una ditta individuale

Per aprire una ditta individuale è necessario procedere con l’iscrizione della stessa presso il Registro delle Imprese e solo successivamente aprire un numero di partita IVA.


La procedura dell’inserimento avviene seguendo l’apposito articolo 9 del decreto legislativo numero 7 del 2007 che spiega anche che è fondamentale apportare le eventuali modifiche sui dati dell’impresa entro trenta giorni dal momento in cui vengono attuate.


La suddetta iscrizione potrà essere effettuata in due distinti modi: contestualmente o non dall’inizio dell’attività economica.
Nel caso l’iscrizione avvenga contestualmente all’inizio dell’attività, l’azienda, una volta iscritta presso il Registro delle Imprese, verrà considerata inattiva ma potrà liberamente ricevere fin da subito certificati camerali e visure.


Oltre alla richiesta di inserimento all’interno del Registro dovrà presentare la domanda per la partita IVA, avvalendosi della Comunicazione Unica.


Soltanto quando l’impresa individuale avrà completato i vari atti preparatori e si sarà occupata di acquisire i necessari titoli autorizzatori, dovrà fare richiesta di un’ulteriore Comunicazione Unica per rendere noto all’Inail, all’Inps e al Registro delle Imprese, il reale inizio dell’attività.


Al contrario nel secondo caso, la ditta individuale potrà iniziare a svolgere la sua attività economica contemporaneamente alla sua imminente costituzione.


Insieme alla richiesta per l’apertura della partita IVA, sarà necessario presentare l’iscrizione presso il Registro delle Imprese. Occorre precisare però che la data di inizio attività deve per forza di cose corrispondere a quella in cui si è provveduto ad effettuare l’invio della Comunicazione Unica.

Come chiudere una ditta individuale

Attualmente la chiusura di una ditta individuale è divenuta una prassi ordinaria. Visto il numero sempre più crescente di persone che ne facevano richiesta, ad oggi la procedura è stata notevolmente alleggerita e resa molto più semplice.


Per procedere occorre così in primis chiudere la propria partita IVA, necessaria all’inzio dell’attività per poter aprire l’impresa e compilare le relative fatture. Tale compito potrà essere svolto tranquillamente dall’imprenditore anche online oppure avvalendosi dell’aiuto del commercialista.


Una volta terminata la pratica per chiudere la partita IVA sarà necessario recarsi presso la Camera di Commercio per prelevare il modulo di chiusura dell’impresa. Tale prospetto andrà completato e inviato all’INPS insieme al pagamento di un bollettino di circa 14.60 €. Se si tratta invece di un’impresa artigiana, l’imprenditore dovrà presentarsi all’ufficio comunale.
Naturalmente una volta aver provveduto alla compilazione del modulo e al suo suddetto invio, sarà fondamentale assicurarsi dell’avvenuta ricezione, magari recandosi all’ente proprio di persona.

Ditta individuale e lavoro dipendente possono essere compatibili?

Spesso le attività di commercio elettronico vengono avviate come seconda entrata, per avere un reddito oltre quello del lavoro dipendente che si ha già. E’ corretto farlo? ditta individuale e lavoro dipendente possono coesistere?

Rispettando alcune specifiche condizioni è possibile svolgere sia un lavoro come dipendente che disporre di una ditta individuale.
Un lavoratore privato può liberamente scegliere di aprire una propria partita IVA come impresa individuale senza riscontrare alcun tipo di problema di compatibilità.


Può quindi per questo decidere di avviare un’attività mantenendo al contempo il lavoro presso le dipendenze di un’azienda privata ma è fondamentale che non vi sia alcun tipo di concorrenza fra le due professioni, se il contratto stipulato lo prevede.


Nel caso in cui però non è vi è nessun divieto esplicito non si riscontra alcun tipo di problema fra le due mansioni e non vi è neanche l’obbligo per il dipendente di comunicare al proprio datore di lavoro l’inizio della sua nuova professione. Per non andare incontro però ad un licenziamento per giusta causa, sarebbe sempre bene informare il capo.


Non a caso proprio l’articolo 2105 del Codice Civile precisa che è obbligatorio mantenere un rapporto di fedeltà con il datore e di non trattare per questo affari che siano in concorrenza con quelli già svolti.

Conviene passare da una ditta individuale a una SRL?

personalmente anni fa anche io ho aperto degli ecommerce con la ditta individuale. Durante quell’esperienza ho potuto notare man mano che esistono rischi fiscali, giuridici, di responsabilità che neanche puoi immaginare all’inizio. Ecco perchè a chiunque me lo chiede, consiglio di avviare un’ecommerce sempre e solo con una SRL.

Come per ogni forma giuridica anche per la ditta individuale vi sono dei vantaggi e degli svantaggi che spingono gli imprenditori a trarre poi le loro decisioni e decidere magari di passare ad una SRL.


L’impresa individuale però dal canto suo viene spesso favorita rispetto all’altra per l’elevata semplicità con cui deve essere costituita e i minimi adempimenti necessari per portare a termine tutte le attività richieste.
Per dare vita ad una ditta individuale inoltre non è necessario versare un capitale iniziale, non occorre tenere i libri sociali e da la possibilità all’imprenditore di avere una grande automa decisionale, per via dell’assenza dei soci.


Per metterla in liquidazione infine e per chiuderla basta semplicemente provvedere alla comunicazione alla Camera di Commercio e all’Inps.
Nonostante i grandi vantaggi elencanti però i svantaggi di una ditta individuale sono molto più pesanti e per questo sono diversi gli economisti che consigliano di passare da un’impresa individuale ad una SRL.
L’imprenditore infatti ha una responsabilità illimitata verso i creditori, erario e banche e quindi si ritrova anche ad essere costretto a rispondere con l’intero patrimonio personale.


La tassazione inoltre non è delle migliori in quanto l’aliquota tende ad aumentare in modo proporzionale all’aumento dei profitti.

Differenze fra tra ditta individuale e SRL

La prima grande differenza che intercorre fra una ditta individuale e una SRL sta nel fatto che nella prima sarà l’imprenditore a rispondere dei debiti contratti per l’azienda con il patrimonio mentre con la seconda questo non avviene.


Una società di capitale infatti, nel momento in cui si è costretti a fallire, non fa rivalsa verso le proprie cose personali, come macchine o casa perché il patrimonio personale è diviso rispetto a quello dell’impresa.
La società per cui pagherà solamente con il capitale investito e mai con i soldi dei soci.


Nella SRL è previsto inoltre un maggior vantaggio in fatto di tasse grazie all’aliquota fissa.